- 4. LA VIGNA DI NABOT
Nabot rifiuta di cedere la sua vigna
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- In seguito avvenne il seguente episodio.
Nabot di Izreèl possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria.
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- Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna;
siccome è vicina alla mia casa, ne farei un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale».
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- Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri».
Acab e Gezabele
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- Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l'eredità dei miei padri».
Si coricò sul letto, si girò verso la parete e non volle mangiare.
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- Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: «Perché mai il tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?».
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- Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: Cedimi la tua vigna per denaro o, se preferisci, te la cambierò con un'altra vigna ed egli mi ha risposto: Non cederò la mia vigna!».
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- Allora sua moglie Gezabele gli disse: «Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca.
Te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!».
Assassinio di Nabot
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- Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot.
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- Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il popolo.
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- Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l'accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia».
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- Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedite.
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- Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il popolo.
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- Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui.
Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo uccisero lapidandolo.
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- Quindi mandarono a dire a Gezabele: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
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- Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad Acab: «Su, impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di vendertela, perché Nabot non vive più, è morto».
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- Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderla in possesso.
Elia pronuncia la condanna divina
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- Allora il Signore disse a Elia il Tisbita:
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- «Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria;
ecco è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso.
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- Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi! Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue».
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- Acab disse a Elia: «Mi hai dunque colto in fallo, o mio nemico!».
Quegli soggiunse: «Sì, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore.
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- Ecco ti farò piombare addosso una sciagura;
ti spazzerò via. Sterminerò, nella casa di Acab, ogni maschio, schiavo o libero in Israele.
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- Renderò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebàt, e come la casa di Baasa, figlio di Achia, perché tu mi hai irritato e hai fatto peccare Israele.
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- Riguardo poi a Gezabele il Signore dice: I cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreèl.
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- Quanti della famiglia di Acab moriranno in città li divoreranno i cani;
quanti moriranno in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria».
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- In realtà nessuno si è mai venduto a fare il male agli occhi del Signore come Acab, istigato dalla propria moglie Gezabele.
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- Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli Amorrei, che il Signore aveva distrutto davanti ai figli d'Israele.
Pentimento di Acab
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- Quando sentì tali parole, Acab si strappò le vesti, indossò un sacco sulla carne e digiunò;
si coricava con il sacco e camminava a testa bassa.
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- Il Signore disse a Elia, il Tisbita:
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- «Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non farò piombare la sciagura durante la sua vita, ma la farò scendere sulla sua casa durante la vita del figlio».
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