- Il grande albero, sogno di Nabucodonosor, spiegato da Daniele
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- Il re *Nabucodonosor, alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra: Pace e prosperità vi siano date in abbondanza.
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- Mi è parso bene di far conoscere i segni e i prodigi che il Dio altissimo ha fatto per me.
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- Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.
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- Io, Nabucodonosor, ero tranquillo in casa mia e felice nel mio palazzo.
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- Ebbi un sogno che mi spaventò.
I pensieri che mi assalivano mentre ero a letto e le visioni del mio spirito mi riempirono di terrore.
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- Ordinai, perciò, di condurre in mia presenza tutti i saggi di *Babilonia perché mi dessero l'interpretazione del sogno.
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- Allora vennero i *magi, gl'*incantatori, i *Caldei e gli *astrologi;
io raccontai loro il sogno, ma essi non poterono darmene l'interpretazione.
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- Infine si presentò davanti a me *Daniele, detto Baltazzar, dal nome del mio dio, e nel quale è lo spirito degli dèi santi, e io gli raccontai il sogno:
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- «Baltazzar, capo dei magi, io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun mistero ti mette in difficoltà.
Ecco le visioni che ho avuto nel sogno: tu dammi la loro interpretazione.
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- Queste sono le visioni della mia mente mentre ero sul mio letto: Io guardavo, ed ecco in mezzo alla terra c'era un albero la cui altezza era grande.
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- L'albero era diventato alto e robusto, la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità di tutta la terra.
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- Il suo fogliame era bello, il suo frutto era cosí abbondante che tutti potevano nutrirsene.
Le bestie dei campi si riparavano sotto la sua ombra, gli uccelli del cielo abitavano fra i suoi rami e ogni creatura si nutriva del suo frutto.
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- Nelle visioni che ebbi, mentre ero a letto, vidi uno dei santi veglianti scendere dal cielo
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- e gridare con forza: “Abbattete l'albero e tagliate i suoi rami;
scotete il fogliame e disperdete il suo frutto; fuggano gli animali dalla sua ombra e gli uccelli dai suoi rami!
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- Però, lasciate in terra il ceppo e le sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, tra l'erba dei campi;
sia bagnato dalla rugiada del cielo e, come gli animali, abbia in sorte l'erba della terra.
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- Gli sia cambiato il cuore;
invece di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia; e passino su di lui sette tempi.
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- Questa è la decisione dei veglianti e la sentenza proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il piú misero degli uomini”.
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- Questo è il sogno che io, il re Nabucodonosor, ho fatto;
ora tu, Baltazzar, dammene l'interpretazione, perché nessuno dei saggi del mio regno è in grado di darmela; ma tu puoi perché lo spirito degli dèi santi è in te».
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- Allora Daniele, detto Baltazzar, rimase per un momento sbigottito e i suoi pensieri lo turbavano.
Ma il re gli disse: «Baltazzar, il sogno e l'interpretazione non ti spaventino!» Baltazzar rispose e disse: «Mio signore, il sogno si avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari!
- 20
- L'albero che il re ha visto e che era diventato alto e robusto al punto che la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità della terra;
- 21
- l'albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante in grado di nutrire tutti, sotto il quale si riparavano le bestie dei campi e tra i cui rami abitavano gli uccelli del cielo,
- 22
- sei tu, o re! Tu sei diventato grande e potente: la tua grandezza giunge fino al cielo e il tuo dominio si estende fino alle estremità della terra.
- 23
- Poi il re ha visto un santo vegliante che scendeva dal cielo e diceva: “Abbattete l'albero e distruggetelo, però lasciate in terra il ceppo e le sue radici, legati con catene di ferro e di bronzo, fra l'erba dei campi;
sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con gli animali della campagna finché siano passati sopra di lui sette tempi”.
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- Questa è l'interpretazione, o re;
è un decreto dell'Altissimo, che sarà eseguito sul re, mio signore:
- 25
- tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi;
ti daranno da mangiare l'erba come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo e sette tempi passeranno su di te finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole.
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- Quanto poi all'ordine di lasciare il ceppo con le radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo.
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- Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue *iniquità mostrando compassione verso gli afflitti.
Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata».
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- Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor.
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- Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia,
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- il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?»
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- Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto;
- 32
- tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi;
ti daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole».
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- Nello stesso istante quella parola si adempí su Nabucodonosor.
Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli.
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- Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me.
Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione.
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- Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui;
egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: «Che fai?»
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- In quel tempo la ragione tornò in me;
la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu superiore a quella che avevo prima.
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- Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia.
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