Sofferenza e ribellione di Giobbe

1
«La vita dell'uomo sulla terra è
come quella di un soldato;
i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.
2
Come lo schiavo anela l'ombra,
come l'operaio aspetta il suo salario,
3
cosí a me toccano mesi di sciagura,
mi sono assegnate notti di dolore.
4
Non appena mi corico, dico:
Quando mi alzerò?”
Ma la notte si prolunga,
e mi sazio di agitazioni fino all'alba.
5
La mia carne è coperta di vermi e
di croste polverose,
la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
6
I miei giorni se ne vanno piú veloci
della spola,
si consumano senza speranza.
7
Ricòrdati che la mia vita è un soffio!
L'occhio mio non vedrà piú il bene.
8
Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà piú scorgere;
gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io
non sarò piú.
9
La nuvola svanisce e si dilegua;
cosí chi scende nel *soggiorno dei
morti non ne risalirà;
10
non tornerà piú nella sua casa
e il luogo dove stava non lo riconoscerà piú.
11
Io, perciò, non terrò chiusa la
bocca;
nell'angoscia del mio spirito io parlerò,
mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia.
12
Sono io forse il mare o un mostro marino
che tu ponga intorno a me una
guardia?
13
Quando dico: “Il mio letto mi darà sollievo,
il mio giaciglio allevierà la mia pena!,
14
tu mi sgomenti con sogni,
e mi spaventi con visioni;
15
io preferisco soffocare,
a queste mie ossa preferisco la morte.
16
Io mi sto consumando;
non vivrò
sempre;
ti prego, lasciami stare;
i giorni miei non sono che un soffio.
17
Che cos'è l'uomo che tu ne faccia
tanto caso,
che tu t'interessi a lui,
18
lo visiti ogni mattina
e lo metta alla prova a ogni istante?
19
Quando cesserai di tenere lo
sguardo fisso su di me?
Quando mi darai tempo d'inghiottire la mia saliva?
20
Se ho peccato, che ho fatto a te,
o guardiano degli uomini?
Perché hai fatto di me il tuo bersaglio
a tal punto che sono divenuto un peso a me stesso?
21
Perché non perdoni le mie
trasgressioni
e non cancelli la mia *iniquità?
Poiché presto giacerò nella polvere;
tu mi cercherai, ma io non sarò piú».