- «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»
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- Intanto Saulo, pieno di rabbia e tutto teso a perseguitare i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote di Gerusalemme,
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- per chiedergli delle lettere per le sinagoghe di Damasco.
Erano lettere che lo autorizzavano ad arrestare tutti i credenti, che avesse trovato a Damasco, uomini e donne, per portarli in catene a Gerusalemme.
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- Durante il viaggio, quando era già vicino a Damasco, improvvisamente una luce dal cielo gli sfolgorò davanti.
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- Saulo cadde a terra e udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»
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- «Chi sei, Signore?» chiese Saulo.
E la voce rispose: «Sono Gesù, quello che stai perseguitando!
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- Ora àlzati e vai in città;
là c’è qualcuno che ti dirà ciò che devi fare».
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- Gli uomini che erano con Saulo rimasero senza parole per la sorpresa, perché sentivano bene la voce, ma non vedevano nessuno.
- 8-9
- Saulo si alzò da terra, e, quando aprì gli occhi s’accorse d’essere cieco.
Allora fu portato per mano a Damasco, dove rimase tre giorni, completamente cieco, senza mangiare né bere.
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- In quel periodo viveva a Damasco un cristiano, un certo Ananìa.
Durante una visione, il Signore lo chiamò: «Ananìa!» «Eccomi, Signore!» rispose lui.
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- «Vai per la strada chiamata “Dritta”», proseguì il Signore, «troverai la casa di un certo Giuda.
Chiedi di Saulo di Tarso. Sta pregando proprio ora, perché
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- gli ho mostrato in visione un uomo di nome Ananìa che va ad imporgli le mani, perché recuperi la vista!»
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- «Ma Signore», obiettò Ananìa, «ho sentito raccontare da molti quanto male abbia fatto quest’uomo ai credenti di Gerusalemme!
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- So anche che è stato autorizzato dai capi sacerdoti ad arrestare qui tutti quelli che invocano il tuo nome!»
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- Ma il Signore disse: «Vai a fare ciò che t’ho detto.
Perché Saulo è lo strumento che ho scelto, per portare il messaggio agli stranieri, ai re e al popolo d’Israele.
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- Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per amor mio!»
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- Così Ananìa andò, e trovò Saulo su cui pose le mani, dicendo: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso per strada, mi ha mandato da te, perché tu sia pieno di Spirito Santo e recuperi la vista!»
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- In quel momento fu come se delle scaglie cadessero dagli occhi di Saulo, che all’istante recuperò la vista.
Egli si fece subito battezzare e,
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- dopo aver mangiato, riacquistò le forze.
Rimase alcuni giorni a Damasco con i credenti,
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- e subito dopo si mise a predicare nelle sinagoghe il Vangelo di Gesù, figlio di Dio.
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- Tutti quelli che l’udivano restavano di stucco.
«Ma non è quello che a Gerusalemme perseguitava così spietatamente proprio i seguaci di Gesù?» si chiedevano. «Pensavamo fosse venuto qui per arrestare tutti i cristiani e portarli in catene dai capi sacerdoti!»
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- Mentre predicava, il fervore di Saulo aumentava sempre più, e confondeva i Giudei di Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.
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- Trascorsi molti giorni, i capi giudei si misero d’accordo per ucciderlo,
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- ma Saulo fu informato del loro piano.
Per riuscire ad ammazzarlo, i Giudei facevano perfino la guardia alle porte della città, giorno e notte.
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- Ma una notte alcuni credenti presero Saulo e lo calarono in una cesta giù dal muro di cinta.
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- Giunto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù, ma tutti avevano paura di lui, perché non potevano credere che fosse davvero convertito.
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- Allora Bàrnaba lo portò dagli apostoli e raccontò loro come Saulo avesse visto il Signore sulla via di Damasco, ciò che il Signore gli aveva detto e come predicava con fervore nel nome di Gesù.
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- Da allora Saulo fu accolto fra di loro.
Andava e veniva con i credenti a Gerusalemme,
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- e predicava senza peli sulla lingua nel nome del Signore Gesù.
S’intratteneva anche con gli Ellenisti, con cui spesso discuteva; ma costoro, ad un certo punto, cercarono d’ucciderlo.
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- Quando gli altri credenti seppero del pericolo che stava correndo, condussero Saulo a Cesarèa, e da là lo rimandarono a casa sua, a Tarso.
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- Intanto la Chiesa viveva in pace in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, e cresceva in forza e numero.
I credenti imparavano a vivere nel timore del Signore e con l’aiuto dello Spirito Santo.
Due miracoli straordinari.
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- Mentre Pietro visitava, viaggiando da un posto all’altro, i credenti, giunse anche dai fedeli della città di Lidda.
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- Qui incontrò un uomo di nome Enea, che da otto anni era paralizzato e costretto in un letto.
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- Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce! Àlzati e rifatti il letto!» Subito l’uomo si alzò.
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- Vedendo Enea camminare, tutti gli abitanti di Lidda e di Saròn si convertirono al Signore.
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- Nella città di Giaffa c’era una discepola di nome Tabità, (che significa Gazzella), che non si risparmiava nelle buone opere, specialmente verso i poveri.
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- Proprio in quel periodo Tabità s’ammalò e morì.
I suoi amici la prepararono per il funerale. Dopo averla lavata, la composero in una stanza del piano di sopra.
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- Siccome Giaffa era poco lontana da Lidda, quando i credenti di Giaffa vennero a sapere che Pietro era a Lidda, mandarono due uomini a chiedergli subito di andare da loro.
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- Pietro li seguì.
Non appena arrivò, lo portarono di sopra, dove giaceva Tabità. La camera era piena di vedove che, piangendo, mostrarono a Pietro i mantelli e gli altri indumenti che Tabità aveva fatto quando era ancora con loro.
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- Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza;
poi si inginocchiò e pregò. Rivolgendosi al corpo esanime disse: «Àlzati, Tabità!» A queste parole, la donna aprì gli occhi e, quando vide Pietro, si sedette.
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- L’apostolo le diede la mano e l’aiutò ad alzarsi, poi chiamò gli altri credenti e le vedove, a cui la presentò viva e vegeta!
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- La notizia della resurrezione di Tabità si sparse velocemente per tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.
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- Pietro rimase à Giaffa per parecchi giorni, in, casa di un certo Simone, che lavorava il cuoio.
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